RIMEDI GENERALI
Di Salerno la Scuola al Re Britanno Scrive : Se vuoi tua sanità perfetta Ed immune serbar da tutti i mali, Scaccia le gravi cure, e non dar luogo All’ira passion truce, e profana, A’ calici di Bacco il labro accosta
Sobrio, e di rado, ad una parca cena Siediti, e sorgi in piè dopo la mensa, Su l’ore del meriggio al pigro sonno Non ti donar, non ritener l’orina, E la parte né men posteriore Comprimere tu dei, né farle forza.
Così osservando ben questi precetti Lungamente godrai vita felice.
RISTORO DELLA MENTE
Lava le mani e gli occhi sul mattino Sorto dal letto all’acqua fresca e pura; Indi le membra in un legger passeggio Muovi, e distendi, e l’incomposito crine Col pettine rassetta, e purga i denti.
Il celabro da ciò sia confortato, E ogni altro membro prenderà vigore.
Difenditi dal freddo allor che uscito Sarai dal caldo bagno; e dopo il pranzo Alzati, o stando in piedi, o a lento passo Movendoti pian piano, e sempre avverti Di star lontano dal soverchio freddo.
Saran grati, e del par utili oggetti, Alle pupille tue del chiaro fonte, La pura cristallina onda cadente, Il terso specchio, e del giardin, del pratoLe piante amene, e l’erbe verdeggianti;
Sul mattino pertanto il piede , e il guardo Rivolgi a i monti, e su la sera ai fonti.
IL SONNO POMERIDIANO
Dormirai nel meriggio o nulla, o poco; Il sonno meridiano è la sorgente
Onde nascon la febbre, e la pigrezza, E la doglia di capo, ed il catarro.
FLATULENZA TRATTENUTA
Insegna la maestra esperienza, Che da’ flati nel ventre trattenuti,
Quattro sogliono uscir acerbi mali: L’impetuoso moto convulsivo, L’acquosa sitibonda Idropisia, La dolorosa colica, e la sempre Ne’ giri suoi vertigine incostante.
LA CENA
Di lauta cena apporta il cibo grave, A stomaco indigesto, assai di pena:
Se la notte dormir sonno soave Tu brami, usa frugale, e parca cena.
DISPOSIZIONE PRIMA DI INGERIRE IL CIBO
Mai non mangiar, se dai mal nati umori Prima non hai lo stomaco purgato,
E libero dal cibo antecedente; Di ciò ti accorgerai dall’appetito,
Che col suo salivar aqueo sottile Ti stimoli al desio di nutrimento.
EVITARE I CIBI CHE PRODUCONO MALUMORE
Il Pesco, il Melo, il Pero, il Latte, il Caccio, E la Carne salata, e la Cervina,
Quella di Lepre, e quella ancor di Bue, E la Caprina esaltan l’atrabile.
Ed agli infermi son di nocumento.
CIBI ALTAMENTE NUTRITIVI
L’uova fresche, il vin rosso, e il brodo grasso Misto col più bel fior della farina
Del miglior grano, sono un alimento Profittevole di molto alla natura.
CIBI INGRASSANTI
Cibi sono incassanti e nutritivi, Il bianco pane di frumento eletto, Il pero fresco, latte appena uscito Dalle poppe di capra ben pasciuta, E quello che del provvido Pastore, Unì l’arte maestra, e in cerchio strinse, Recente, che di sal non anco è sparso, E quella parte senza cui è inetto Al generar ogn’Animal, la carne Del giovane dimestico majale,
E il celabro sucoso, e la midolla, Il dolce amabil vino, e ogn’altro al gusto Più grato cibo, e l’uova atte a sorbirsi, E i Fichi ben maturi, e l’Uva fresca.
PROPRIETA’ DEL BUON VINO
I vini dall’odore hanno il lor pregio, E dal sapore, e dalla limpidezza, E dal colore, e sono i più perfetti, Che tu possa bramar, que’ che potenti Trovi, e belli, e fragranti, e freddi, e lievi, Sicché lo spirto in lor si riconosca.
DEL VINO DOLCE E BIANCO
Il bianco e dolce vino ha più d’ogn’altro Facoltà d’impinguare il nostro corpo.
DEL VINO ROSSO
Se si beve talor troppo vin rosso Il ventre si ristringe, e si conturba La voce chiusa tra le rauce fauci.
ANTIDOTI CONTRO I VELENI
Per antidoti contro i rei veleni, Efficaci saran l’aglio, la ruta, La pera agreste, il rafano, le noci, La di tanti composta ingredienti Teriaca d’Andromaco famosa.
L’ARIA SALUBRE
Scegli per abitar l’aere che sia Lucido, non di nebbia oscuro intorno, Non di vapori impuro, non infetto Da pestiferi effluvi, e da mal nati Aliti di materie adre, e fetenti.
L’ECCESSO DEL BERE
Se di notte bevendo a lauta cena Ti nocquero talor le numerose Tazze linnee di preto vin ripiene,
Ritorna nel mattino susseguente A bere, e quel liquor fia medicina.
QUALE E’ IL VINO MIGLIORE
Quanto è migliore il Vin, che bevi, tanto Migliori in te genererà gli umori,
Schiva di bere il nero, egli è ripieno Di terree particelle, onde più pigro il corpo rende, e non ben atto al moto:
Tu solo pregierai quello ch’è chiari, Di molt’anni, sottile, e ben maturo, Temprato, e co i minuti suoi zampilli Spruzzante gli occhi, e sovra tutto poi Moderato nel beverlo tu dei.
LA CERVOGIA ( SPECIE DI BIRRA )
La Cervogia scerrai per tua bevanda, Ch’acido in sé non abbia, e sia ben chiara, E fermentata bene, e di buon grano, E purgata col tempo dalle feccie.
CIRCA L’USO DELLA CERVOGIA
Con tal sobrietà tu la berrai, Che non ti sia lo stomaco gravato.
LE STAGIONI DELL’ANNO
Nella bella Stagion di Primavera, Fa che i tuoi prandi sien parchi, e frugali, E sappi ancor, che nella calda State, Nocivi sono i cibi immoderati,
Ma più nocivi ti saran quei frutti Co’ quali ti lusinga Autunno adulto; Allora poi, che giunge il pigro Verno, Siedi senza timore a lauta mensa.
COME RENDERE SALUTIFERE LE BEVANDE
Renderanti salubre le bevande, E la Salvia, e la Ruta in esse infuse, E se a questi aggiungerai le Rose, A Venere porrai freno potente.
CONTRO IL MAL DI MARE
Chi pria di porsi a navigar il mare L’onda salsa berrà mista col vino, Fra le procelle ancor del nauseante Vomito impetuoso andrà sicuro.
DEI CONDIMENTI
Le salse che userai per condimento, Della tua mensa ai tempi accomodate,
Saran la salvia, il sale, e l’acetoso Vino, e il pepe mordace, l’aglio, e l’appio.
IGIENE DELLE MANI
Dopo la mensa lavati le mani, E ne conseguirai due beneficj,
Le monderai, e in tergerti con quelle Gli occhi, la vista renderai più acuta.
IL PANE
Il pane che userai caldo non sia, Qual è dal forno di recente estratto,
E di troppo né men sia vecchio, e duro, Ma fermentato, e a guisa di una spugna,
E occhiuto, e leggero, e sia ben cotto Con poco sal, di gran maturo eletto,
Di tal sorta, e non d’altra è sano il pane, Di cui la crosta lasciar dei, che genera Malinconici umori, adusta collera.
LE CARNI SUINE
Della carne di pecora è peggiore La porcina, qualor senza ber vino La mangi, ma divien, se la correggi Con esso, ottimo cibo, e Medicina.
Miglior son del porco gl’intestini In paragon di quei d’altri animali.
IL MOSTO
Impedisce l’orina il mosto, e presto Scioglie il ventre, del fegato è nocivo
Al buon temperamento, e della milza, E i calcoli, e la pietra ancor produce.
L’ACQUA
L’acqua è di pregiudizio alla salute In mangiando bevuta, e quindi nasce
Frigidezza allo stomaco, e ogni male, Che ivi suol cagionar cibo incotto.
LA CARNE DI VITELLO
La carne di vitello assai nutrisce.
LE CARNI DEI VOLATILI, LE PIU’ IDONEE
Buon cibo è la gallina, ed il cappone, La tortora, lo storno, e la colomba,
La quaglia, il merlo, e il raro augel di Faso, La coturnice, la pernice, il tordo.
DEI PESCI
Sceglierai il maggior de’ pesci molli, Ma de i duri il maggior non ti satolli.
L’ ANGUILLA
Se mangerai le Anguille, proverai Alla voce non piccola lesione Per testimonio dè Fisici dotti.
Son dannose le anguille, ed il Formaggio, Se nel mangiarli non bevi e ribevi.
I PISELLI
Biasimo, e lode si dar si dee al pisello Che se lo mangerai colla corteccia Ti gonfierà, e ti sarà nocivo;
Ma della pelle se lo spoglierai, Dannoso non sarà, ma buono assai.
IL SIERO
Monda, penetra, e lava, e incide il siero.
IL LATTE
Di capra il latte a’ Tisici è assai buono Poscia quel di cammello, e nutritivo
Più d’amendue è quello di giumenta, E più di questo nutre quel di vacca,
E il pecorino; e se la febbre vi sia, E il Capo dolga, fuggir tutti dovrai.
IL BURRO
Quando non vi sia febbre, e bagna e scioglie Sempre il butirro, e mitiga le doglie.
IL CIBO E IL VINO SIANO ALTERNATI
Fa che il vino, che bei, sia mescolato In poca quantità colla vivanda, E fa che l’uovo sia tenero, e fresco.
IL CACIO
Penso di essere assai comodo a i dotti, Poiché accresco vigore a i fiacchi stomachi,
E giovo molto pria del tempo quando Lubrico è il ventre, che, se è poi restio
Dopo ogni cibo allor utile sono, E di tanto dà fede il saggio Fisico.
MODERAZIONE NEL BERE
E poco, e spesso tu berrai nel pranzo, Ma nulla poi berrai da pranzo a cena.
Tu nel cenar pria di mangiar berrai, Se brami sano mantenerti assai.
A PROPOSITO DELLE NOCI
Dopo i pesci le noci, e il cacio prendo, Dopo la carne una sol noce è buona, Due son nocive, e tre danno la morte.
E se come avvien spesso io prendo l’uova Il ber del miglior vin assai mi giova.
DELLE PERE
Son farmaco al velen sempre le noci: Però non mangerai se poi non bevi;
Poiché senza del bere egli assai nuoce. Crudo è veleno, e medicina è cotto,
Cotto solleva, e crudo aggrava i stomaci; E il pomo a far fluido il ventre è ottimo.
DELLE CILIEGE
La cerasa assai purga il grave stomaco E i nocciuoli di lei scaccia la pietra, E ancor fa nelle vene ottimo sangue.
DELLE PRUGNE
Giovan le prugne rilassanti e fredde.
DEL PERSICO, DELL’ UVA E DELL’ UVA PASSA
Il Persico col mosto è molto buono, E i grappoli dell’ uva colle noci.
Alla milza è contraria l’uva passa, Giova alla tosse, e per le reni è ottima.
I FICHI
Le Scrofole, le glandole e i tumori, Cogli empiastri di fico si guariscono;
E il papavero unito estrae fuori Dell’ossa infrante le minute schegge.
LE NESPOLE
Cresce le orine, e il ventre stringe il nespolo, Che piace duro, e ch’è miglior s’è tenero.
IL MOSTO
Il mosto impelle, e provoca le orine, Presto discioglie il ventre e i flati genera.
LA CERVOGIA (SPECIE DI BIRRA) L’ ACETO
Nutre gli umori crassi, e forza accresce, Dona aumento alla carne, e il sangue genera, Le orine muove, e il ventre molle, e gonfio
Rende, e raffredda alquanto la Cervogia. Più dissecca l’aceto e infragidisce, Fomenta il malinconico, ed emacera, Sminuisce lo sperma, e i secchi nervi Molto travaglia, e i pingui corpi dissecca
IL SALE
Fa che nella tua mensa il sal vi sia, Poiché scaccia il veleno ed assapora Le insipide vivande; e i salsi cibi
Minoran però il seme, e il viso accendono, Sono cagion di scabie, e di prurito.
IL PANE INZUPPATO NEL VINO
Acuisce la vista, e monda i denti Il pane in vino, e assai nutrisce il corpo, E gli umori peccanti sminuisce.
LA DIETA
Consiglio a tutti l’ osservar la dieta, Il lor servando consueto vivere, Purché necessaria non sia mutarlo; la mutazione repente al dir d’Ippocrate In noi cagiona repentini mali:
La dieta poi del medicar è mèta, E chi lei non apprezza, ancorché sano, Mal regge, e infermo poi non ben si cura.
COME SI AMMINISTRA LA DIETA
Nel cibo acciò non erri il dotto Fisico Ciò attento osservar dee, quanto e qual sia, Di che sostanza, e quando deesi prendere, E quante volte il giorno, e in che luogo.
IL CAULE
Purga il decotto, e la sostagna strigne Del caulo; ma se l’uno, e l’altro è dato Tosto dispone il ventre a rilasciarsi.
LA MALVA
Che la malva ammollisca il ventre, il dissero Gli antichi, la di lei rase radici Sciolgon le fecci, e il mestrual flusso muovono.
LA MENTA
Ad uccidere i vermi non è lenta Del ventre, e dello stomaco, la Menta
LA SALVIA
Morir non dovrai l’uom, ch’ave la Salvia Balsamo a i mali, ognor nell’orticello;
Ella i nervi conforta, ed il tremore Toglie alle mani, e le più acute febbri Fuga, ed ella, il Castoreo, e la Lavanda, L’atanasia, il Nasturzio, e Primavera Sanan tremoli membri;
e infin la Salvia Dalla fecondità della salute, Che dona alla salute, il nome trae.
LA RUTA
Giova la ruta agli occhi, e fa la vista Assai acuta, e scaccia la caligine. Nell’ uom Venere affredda, e nella Donna Assai l’accende, e fa l’ingegno astuto.
E acciò, che non vi dian le pulci tedio Ella, o donne, è un ottimo rimedio.
LE CIPOLLE
Differente de’ Medici è il parere Intorno alle cipolle, poiché buone Non essere al colerico Galeno Lo disse, ed a’ flemmatici salubre Per lo stomaco sane il disse Asclepio, E aumentatrice del color del volto, Che dan al nudo capo i suoi capelli.
LA SENAPE
La senape è un granello e secco, e caldo, Che purga il capo, e provoca le lagrime, Del veleno mortal farmaco valido.
LA VIOLA
Scaccia la crapula, e il dolor di testa La viola purpurea e il mal caduco.
L’ORTICA
Concilia il sonno agli egri, e toglie il vomito La pungitrice urtica, e i di lei semi Giovan misti col mele a’ dolor colici:
Frena bevuta poi l’antica tosse, Il freddo de’ polmoni, ed il tumore Del ventre scaccia, e sempre ella sovviene A tutti i gravi articolar dolori.
L’ISSOPO
Purga l’issopo delle flemme il petto, Cotto col mele il polmone asterge, Dona un esimio, e bel colore al volto.
IL CERFOGLIO
Trito col mele il cherefolio i cancri Cura; col vin bevuto il duol de’ lati Toglie. Il vomito spesso, e il ventre fluido, Se l’erba pesta unisci a lui raffrena.
L’ ENULA CAMPANA
Sana i precordi l’Enula campana, E col sugo di ruta il di lei sugo Misto, e bevuto alfin l’ernia guarisce.
IL PULEGGIO (SPECIE D’ERBA ODOROSA )
Col vin bevuto l’atrabile espurga Pulegio, e toglie la podagra antico.
IL CRESCIONE
Il sugo di nasturzio il corso frena A i crini, e toglie il duol de’ denti, e purga
Col mele ugnendo le cutanee squame.
LA CELIDONIA
A’ ciechi figli suoi la Rondinella Dona la vista colla Celidonia, Ancorché sien senz’occhi, il disse il Plinio.
IL SALICE
Di salce il sugo posto nelle orecchie Uccide i vermi, e la di lui corteccia Cotta in aceto le verruche scioglie. Talmente il di lui fiore infrigidisce Preso coll’acqua, che seccando Venere
Toglie affatto il creare, e il concepire.
LO ZAFFERANO
Ricreando conforta il croco, e i membri Fiacchi ristora, e il fegato ripara.
IL PORRO
Rende feconde le fanciulle il porro; Con lui ugnendo dentro le narici Facilmente potrai fermare il sangue.
IL PEPE
Il pepe nero non è a scioglier pigro, purga le flemme, e per concuocer vale, Ai dolori, allo stomaco, alla tosse Giova di molto, e previen anco, e toglie Dell’aspra febbre l’accessione, e il freddo.
MALESSERE DELL’ UDITO
L’Ebrietadi, e il dormir troppo, e il muoversi Dopo del cibo gravano l’udito.
IL RONZIO ALLE ORECCHIE
Il suono sento spesso nell’ orecchie E per il moto, e per la lunga fame, Per freddo, per caduta, e per percosse, E per l’ebrietade, e per il vomito.
DANNI ALLA VISTA
Venere, i bagni, il vino, il pepe, il vento, Il fumo, e l’aglio, e colla cepe il porro, La fava, il pianto, il senape, e la lente, Il Sole, il coito, la fatica e il fuoco, Il vigilar, la polve, e l’acre cose, Ahi quanto recan danno agli occhi nostri.
RISTORO PER GLI OCCHI
Assai giova il finocchio, e la verbena, La Celidonia, la ruta, e la rosa Distillandone l’acqua al mal degli occhi.
CONTRO IL MAL DI DENTI
Abbrunerai col Jusquiamo il grano Del porro, e il fumo poi nè guasto denti Di ricever procura, e sarai sano.
LA RAUCEDINE
La Noce, l’Olio, e della testa il freddo L’Anguilla, il Pomo crudo, e il troppo bere, in noi son cagion della raucedine.
CONTRO LE INFREDDATURE
Il digiun, la vigilia, e i cibi calidi Lo spirar l’aer caldo, e il poco bere, il comprimere i flati, per depellere Al reuma giova; che se al petto portasi, egli col nome di catarro appellasi, Bronco alle fauci, ed alle nari coriza.
LE FISTOLE
E solfo, e calce, e arsenico, e sapone Unisci, se guarir brami le fistole.
MAL DI TESTA
Se il duol di capo dal ber troppo vino Nasce, si bevi l’acqua; e il bever troppo Spesso cagiona in noi le febbri acute:
Se la cima del capo, e pur la fronte Da calore eccessivo è travagliata, Si freghi spesso, e moderatamente, Indi con acqua calda di mortella Si lavi, e ciò dicon che giovi assai.
COME COMPORTARSI NELLE DIVERSE STAGIONI
Ne’ tempi estivi dissecca il digiuno:
In ogni mese qualche volta il vomito Giova, poiché gli umor nocivi purga, Che lo stomaco in sé tiene racchiusi.
Inverno, Autunno, Primavera e State Regolan l’anno;
un aer caldo, ed umido Porta la Primavera, e questo tempo Per la Flebotomia meglio è d’ogn’altro, In cui la soluzione del ventre, ed il moto E Venere, e il sudore, e i bagni denno Essere moderati, e in cui pur deesi Purgare i corpi colla Medicina.
La State poi assai riscalda, e dissecca, E fa che in noi la flava bile domini;
Il cibo in un tal tempo umido, e freddo Esser dee, e da noi Venere lontana Starsi, né allora a noi giovano bagni, Ma sol la quiete, e il moderato bere.
DELL’ANATOMIA UMANA
L’Uomo d’ossa dugento, e diciannove E di trentadue denti, e di trecento Sessantacinque vene egli è composto.
I QUATTRO UMORI DEL CORPO
Nel corpo umano quattro sono gli umori, Sangue, collera, flemma ed atrabile;
All’atrabil la terra corrisponde, L’acqua alla flemma, e l’aer puro al sangue, E la forza del fuoco alla bil flava.
L’UOMO SANGUIGNO
L’uomo sanguigno di natura è pingue, Faceto, allegro, e di novelle vago, Cui piace assai Venere, e i cibi, e il vino, Sempre loquace, ilare e ridente, Atto ad apprender ogni studio, ed arte, Che non si muove facilmente all’ira, Amante, liberale e rubicondo, Benigno, audace, e di be’ canti amico.
IL COLLERICO
La Colera è un umore che conviene All’Uomo impetuoso, il qual desidera. Nudrido da superbia, avanzar tutti, Che facilmente apprende, e molto mangia, Che presto cresce, e che uno spirto nutre Liberale, e magnanimo, e d’onori, E di grandezze sempre mai fornito, Di natura fallace, ed iracondo, Prodigo, irsuto, audace, astuto, e gracile, E secco, e di color pallido in volto.
IL FLEMMATICO
Di fiacche e infermi forze è l’Uom flemmatico Largo bensì, ma di statura breve, Pingue la flemma il fa, mediocre il sangue, Poco allo studio, e assai dato all’ozio, Tardo di moto, e in un di poco ingegno E pigro, e sonnolento, e sputacchioso, E d’un color quasi di neve in volto.
IL MALINCONICO
Pessimo e invidioso è il malinconico, Di poche ciance, e in un di poco sonno, Pronto ad apprender facilmente i studi, Costante, timoroso, invido assai, Cupido, avaro, e tristo, e frodolento, E di un terreo color sempre coperto.
IL COLORITO
Il color nostro dagli umori nasce, La Flemma rende per lo più l’Uom bianco, Il sangue rosso e la bil flava rufo.
ABBONDANZA DI SANGUE
Rosseggia il volto, allorché il sangue è in auge, Fansi gonfie le gote, e gli occhi tumidi,
Tutto diviene il corpo grave, e il polso Rendesi in un frequente, e pieno, e molle,
Nasce un grave dolor principalmente In su la fronte, e si costipa il ventre, Arsiccia vien la lingua, e sitibonda, L’acre par dolce, e dolci son i sputi, E i sogni non son che di sangue.
LA BILE ECCESSIVA
Il dolor della testa, e l’aspra lingua Il suon d’orecchi, ed il frequente vomito, La vigilia, la fame e in un la sete, Del cuore i morsi, il vuotamento, il duolo Di ventre, il duro, gracile, e veloce E caldo polso, l’amarezza, e l’arido, La nausea, e i sogni d’alti incendj, sono Segni che in noi la flava bile abbonda.
L’ ECCESSIVA FLEMMA
Se la flemma nel corpo umano eccede, Fa insipida la bocca, e spesse noie,
E scialive, e dolori in noi cagiona, E di costa, e di stomaco, e di nuca, Fa raro il polso, e tardo e molle, e vano E con fantasmi d’acqua il sonno assale.
L’ECCESSIVA MALINCONIA
L’Uomo che abbonda di malinconia Ha nera cute, duro polso, e orina Tenue, sempre da sollecitudine Invaso, e da timore, e da tristezza, Cui l’orecchia sinistra, e suona, e sibila, I cui rutti son acidi e acquosi, I sputi sempre, e i sogni son di terra.
L’ACETOSELLA
Si dice che l’acetosella stringa ogni specie di flusso; lo scorpione non pungerà chi con sé la porta.
L’AGARICO
Scioglie il flemmatico petto, ed espelle il veleno: giova ai polmoni, e toglie il gonfiore della milza, offre aiuto nelle febbri, ed è efficace contro i veleni.
L’AGRIMONIA
L’agrimonia cura i dolori degli sciatici e degli occhi : il suo unguento sana gli scrofolosi segni del collo.
L’ANETO
L’aneto allontana la ventosità, e riduce i tumori; ai fanciulli svuota il ventre ripieno.
L’ANISO
L’aniso rischiara la vista, rafforza lo stomaco; il migliore aniso è quello assai dolce.
L’ARTEMISIA
L’artemisia bevuta facilita l’orina, e toglie la pietra ; se si beve soltanto o la verde erba pestata si applica alle parti pudende e si pone sul ventre espelle l’aborto.
IL CARVO
Il carvo provoca l’orina, ed espelle le ventosità: uccide i lombrichi, aiuta la digestione.
Da quando il carvo abbandonai non fui senza febbre.
LA CASSIA
Alla fetida bocca, allo stomaco, e al cuore sofferente, ai cardiaci, la cassia arreca molti vantaggi.
LA CENTAUREA
Ristora i nervi ed il petto, espelle la seconda, guarisce le ferite, rende la vista più acuta;
la radice pestata rimargina la carne incisa.
IL CEREFOGLIO
Pestato e col miele applicato sui tumori è medicina; bevuto col vino il dolore ai fianchi spesso è solito lenire ;se l’erba di cerefoglio pestata tu poni sul ventre, spesso suol frenare il vomito, e le sciolte visceri.
IL CROCO
Si dice che il croco conforta e arreca letizia, rafforza le membra indebolite, dando ristoro al fegato.
Il croco conferisce al cibo sempre grato profumo, toglie ogni fetido odore, e allontana il desiderio dell’amore.
LO ZENZERO
Lo zenzero zuccherato toglie la frigidità dello stomaco, del torace, dei reni, e arreca sollievo;
mangiato al mattino efficacemente purga il petto, lo addolcisce e scaccia la flemma dai reni;
chiarifica la vista mangiandolo spesso, essicca gli umori e allontana l’afflusso di sangue al cuore,aumenta il calore dello stomaco e facilita la digestione.
Lo zenzero purga lo stomaco e ristora il cervello; allontana la sete e spinge i giovani all’amore.
L’ACARISTO
L’acaristo sana la tosse, l’asma, il catarro, l’artritico flusso di ventre prodotto dal freddo; l’emottisi, i dolori delle articolazioni e le malattie prodotte da eccessivo freddo fugarono l’acaristo.
L’APOSTOLICO
L’apostolico estrae le sceglie di ferro, mitiga le sofferenze dei reni, fuga il dolore prodotto dall’essudato della ferita, e restringe la larga cicatrice.
L’ATANASIA
L’atanasia stringe i flussi del ventre, frena i mestrui, allontana le cause dello sputo sanguigno e i flussi di sangue,
fortemente frena le emorragie nasali; per i flussi di sangue, la gotta, il dolor di capo, il diabete, la gonorrea, l’atanasia è salutare; la sua bevanda giova nella dissenteria.
LA BLANCA
La dirai candida perché purga i bianchi umori; sana l’invecchiato dolore del capo e degli occhi; guarisce la lippa, la paralisi e il morbo caduco;
l’idropisia, la tigna, la tisi, la milza, la cefalea, i nervi indeboliti, gli occhi cisposi, l’epilessia, questi mali cura un moderato uso della blanca.